domenica 26 luglio 2009

La censura musicale in Italia. La religione.

Negli scorsi articoli abbiamo preso in considerazione alcuni importanti casi di censura nella musica italiana riferiti alla sfera del sesso e della politica. In questo articolo tocchiamo il tema delicato della religione. In un paese come l'Italia, che ospita la sede papale e che ha una storia legata indissolubilmente alla chiesa, le corde che riguardano la fede e la religione sono molto tese e basta un nulla per farle vibrare pericolosamente. Vedremo che i censori intervengono in modo spesso ridicolo e inspiegabile, spesso dove non serve affatto.

Negli anni sessanta basta poco per essere tacciati di offesa alla religione: Tony Dallara ha dovuto sostituire "Ave Maria" con Anima mia" in La Novia. Nel 1963 Don Backy partecipa al film con Totò Il monaco di Monza e canta in duetto con Celentano La carità. Il brano viene epurato da radio e tv perché in quella scena Celentano e Don Backy erano vestiti da frati e ballavano.

Un caso di censura famoso è
Dio è morto di Guccini. Il caso è emblematico: i censori della RAI evidentemente si fermarono al titolo e alla prima strofa "ai bordi delle strade, nelle auto prese a rate, nei miti dell'estate Dio è morto" e decisero l'inevitabile oscuramento. La Radio Vaticana invece la trasmette perché evidentemente lì le canzoni le ascoltavano e i versi successivi "se muore è per tre giorni, e poi risorge, in ciò che noi crediamo, Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo Dio è risorto" non vengono considerati blasfemi.

Un caso simpatico è quello dei
Dik Dik che avevano tradotto la canzone di Neil Diamond If I Were A Carpenter che in italiano era diventato Se io fossi un falegname. Vietato accennare alla figura di Cristo. Il verso "Se io fossi un falegname e tu ti chiamassi Maria" deve diventare "Se io fossi un falegname e tu una signora". Per non parlare di Baglioni e della terribile frase "Dio, tu stai nascendo e muoio io" in Notte di Natale. Ma che c'è di male?

Nel 1971 viene censurata la canzone di
Lucio Dalla 4/3/1949. Il titolo originale era Gesù Bambino. Inoltre i versi "Adesso Bestemmio e bevo vino/Per i ladri e le puttane mi chiamo Gesù Bambino" diventano "Adesso gioco a carte e bevo vino/ Per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino". Anche il verso "Giocava alla Madonna con un Bimbo da Fasciare" fu tramutata in "Giocava s far la donna con un bimbo da fasciare".

Nel 1978
Enrico Ruggeri non poteva proprio chiamare una canzone Paparock e in copertina il titolo viene oscurato dalla scritta "testo censurato" e la parte cantata viene resa incomprensibile in fase di missaggio. Probabilmente fu una provocazione.


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3 commenti:

  1. Poi abbiamo avuto il Papa nero dei Pitura Freska, per fortuna... Il bello è che la censura agiva in nome della Chiesa e questa invece trasmetteva liberamente certi testi su Radio Vaticana. Se non sbaglio, anche "C'era un ragazzo" di Morandi aveva libero acceso sulla radio d'oltretevere.

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  2. la cosa che fa riflettere è non è che agissero in nome della chiesa...ma secondo un loro particolarissimo modo di interpretare i desideri dei vertici vaticani...mi spiego...il caso di Guccini è esemplare, sono stati più realisti del re, o più papisti del papa

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  3. La censura è sempre una vergogna

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