Negli scorsi articoli abbiamo preso in considerazione alcuni importanti casi di censura nella musica italiana riferiti alla sfera del sesso e della politica. In questo articolo tocchiamo il tema delicato della religione. In un paese come l'Italia, che ospita la sede papale e che ha una storia legata indissolubilmente alla chiesa, le corde che riguardano la fede e la religione sono molto tese e basta un nulla per farle vibrare pericolosamente. Vedremo che i censori intervengono in modo spesso ridicolo e inspiegabile, spesso dove non serve affatto.
Negli anni sessanta basta poco per essere tacciati di offesa alla religione: Tony Dallara ha dovuto sostituire "Ave Maria" con Anima mia" in La Novia. Nel 1963 Don Backy partecipa al film con Totò Il monaco di Monza e canta in duetto con Celentano La carità. Il brano viene epurato da radio e tv perché in quella scena Celentano e Don Backy erano vestiti da frati e ballavano.
Un caso di censura famoso è Dio è morto di Guccini. Il caso è emblematico: i censori della RAI evidentemente si fermarono al titolo e alla prima strofa "ai bordi delle strade, nelle auto prese a rate, nei miti dell'estate Dio è morto" e decisero l'inevitabile oscuramento. La Radio Vaticana invece la trasmette perché evidentemente lì le canzoni le ascoltavano e i versi successivi "se muore è per tre giorni, e poi risorge, in ciò che noi crediamo, Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo Dio è risorto" non vengono considerati blasfemi.
Un caso simpatico è quello dei Dik Dik che avevano tradotto la canzone di Neil Diamond If I Were A Carpenter che in italiano era diventato Se io fossi un falegname. Vietato accennare alla figura di Cristo. Il verso "Se io fossi un falegname e tu ti chiamassi Maria" deve diventare "Se io fossi un falegname e tu una signora". Per non parlare di Baglioni e della terribile frase "Dio, tu stai nascendo e muoio io" in Notte di Natale. Ma che c'è di male?
Nel 1971 viene censurata la canzone di Lucio Dalla 4/3/1949. Il titolo originale era Gesù Bambino. Inoltre i versi "Adesso Bestemmio e bevo vino/Per i ladri e le puttane mi chiamo Gesù Bambino" diventano "Adesso gioco a carte e bevo vino/ Per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino". Anche il verso "Giocava alla Madonna con un Bimbo da Fasciare" fu tramutata in "Giocava s far la donna con un bimbo da fasciare".
Nel 1978 Enrico Ruggeri non poteva proprio chiamare una canzone Paparock e in copertina il titolo viene oscurato dalla scritta "testo censurato" e la parte cantata viene resa incomprensibile in fase di missaggio. Probabilmente fu una provocazione.
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Poi abbiamo avuto il Papa nero dei Pitura Freska, per fortuna... Il bello è che la censura agiva in nome della Chiesa e questa invece trasmetteva liberamente certi testi su Radio Vaticana. Se non sbaglio, anche "C'era un ragazzo" di Morandi aveva libero acceso sulla radio d'oltretevere.
RispondiEliminala cosa che fa riflettere è non è che agissero in nome della chiesa...ma secondo un loro particolarissimo modo di interpretare i desideri dei vertici vaticani...mi spiego...il caso di Guccini è esemplare, sono stati più realisti del re, o più papisti del papa
RispondiEliminaLa censura è sempre una vergogna
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