sabato 1 agosto 2009

L'improvvisazione in teatro non esiste.

Cos'è l'improvvisazione? Cosa significa quando si dice che un attore sta improvvisando?

In questo articolo tenterò di spiegare la falsità del termine "improvvisazione" almeno nella sua accezione più comune e si arriverà ad affermare che un attore non improvvisa mai. Nemmeno gli attori della Commedia dell'Arte improvvisavano.

Di solito si intende con "improvvisazione" la creazione estemporanea di un testo che non è stato precedentemente scritto. L'attore riesce a creare e riprodurre le parole del suo personaggio potremmo dire "in diretta", davanti allo spettatore. Di solito l'attore capace di improvvisare viene considerato di grande qualità, perchè si ritiene che la capacità di improvvisare sia quasi innata, dovuta alla particolare genialità, all'esplosivo talento di un attore.
Ecco la definizione del termine "improvvisazione" presa da Wikipedia (che rappresenta il pensiero più generico possibile): "Per improvvisazione si intende – in senso generico - l’atto di creare qualche cosa mentre la si esegue, in maniera spontanea o casuale".

Questa definizione è falsa in ogni suo punto.

Bisogna sostituire il termine improvvisazione con quello di "montare". Mi spiego trattando il caso degli attori della Commedia dell'Arte, cioè il teatro all'improvviso per eccellenza.
Nella Commedia dell'Arte l'improvvisazione era una necessità. Siccome con il teatro ci campavano, dovevano essere in grado di mettere su uno spettacolo in un lasso di tempo brevissimo. Il principio era quello del minimo tempo da dedicare alle prove, anzi di non provare affatto. Solo così si poteva andare in scena velocemente e a ripetizione e poter guadagnare di più. Gli attori dovevano quindi essere capaci di andare in scena senza nulla di predeterminato, senza un testo da mandare a memoria. Come poteva accadere tutto ciò? Erano degli esseri superdotati? Niente di tutto ciò.
Avevano semplicemente un grandissimo bagaglio di scenette, situazioni, lazzi che riuscivano a montare secondo le esigenze della scena. Improvvisare consisteva nello scegliere di volta in volta, scena dopo scena quale pezzo, quale battuta, quale lazzo eseguire.

Era un'arte che si apprendeva direttamente sulle assi del palcoscenico, fin dalla più tenera età. Era un'arte che maturava con l'esperienza e con la pratica costante. Non c'era quindi nè creazione spontanea, nè tanto meno casuale.

Veniva utilizzato un cavovaccio che ripèroduceva sinteticamente la struttura della commedia da rappresentare. C'erano indicate le entrate e le uscite e le situazioni da rappresentere.

Ecco come comincia il canovaccio di "Il vecchio geloso" di Flaminio Scala:

Atto primo
ORAZIO racconta a Flavio, suo amico, esser venuto in quella villa per l'amor ch'egli porta a Isabella, moglie di Pantalone, essendo da lei riamato, e come Pedrolino. suo servo, è consapevole dell'amor loro, e di nmon averla mai goduta; ma che Isabella ha promesso di sodisfarlo, con la occasione d'esser alla villa. Flavio dice aver buon mezzano, e che non dubiti;


In base a queste indicazioni l'attore già sapeva come comportarsi, come relazionarsi all'altro attore, come dargli la battuta. Il suo bagaglio teatrale conteneva quelle scene da realizzare. Naturalmente più l'attore aveva esperienza, più il suo bagaglio era fornito e raffinato e la sua arte si faceva meno grossolana e rozza.

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6 commenti:

  1. Il canovaccio. Che se non sbaglio è tipico del teatro italiano.

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  2. tipico della commedia dell'arte, che nacque in italia verso la metà del 1400

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  3. Sì, sono d'accordo. Ma la definizione che si dà oggi della "improvvisazione" è più lontana da quell'epoca, anche se i non addetti ai lavori dicono spesso che quell'attore è di qualità. Il lavoro di improvvisazione nei moderni laboratori di formazione attorale, hanno strumenti metodologici comunque importanti e originati dall'antico, visto che perfino alcuni esercizi li pretendeva il vecchio Goldoni. Un caro saluto teatrista.

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  4. Io avrei errato a definirla, quindi...
    Saluti. :)

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  5. @ Matteo Porretta
    Ciao Matteo, grazie per la gentilezza. Ho aggiunto "La casa stregata" al blogroll di "Ricette Blog" e mi sono iscritto ai tuoi lettori fissi. A presto.

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  6. Ciao Matteo, perfetta la tua definizione del processo di improvvisazione nella musica jazz...ho sbagliato qualcosa...
    ciao ;)

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