mercoledì 1 luglio 2009

"Giotto o non Giotto" di Dario Fo: cacciato da Assisi.

Il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, si è rifiutato di far rappresentare lo spettacolo di Dario Fo Giotto o non Giotto. I motivi? La lezione-spettacolo su Giotto di Dario Fo porta avanti la tesi che il famoso ciclo della basilica superiore non sia opera di Giotto. Il vescovo ha spiegato che non vuole più rappresentazioni davanti alle due basiliche di San Francesco. Parole pronunciate mentre si montava un palco proprio sul piazzale per ospitare una serata con Renato Zero e dei comici. “Saranno stati comici qualunquisti” ha commentato Dario Fo che ha anche affermato : “Questo è il segno dei tempi. E’ davvero un’espressione di quel retrivo conservatorismo culturale per il quale ogni alterazione dello status quo diventa un atto di blasfemia”.

La tesi proposta da Dario Fo non è del tutto inedita: era infatti già stata avallata da Bruno Zanardi che attribuiva la maggior parte dei 28 riquadri del ciclo al pittore romano Pietro Cavallini. Dario Fo si basa in particolare sul fatto che Giotto era troppo giovane per poter ottenere un incarico del genere e che lo stile fa pensare per molti versi proprio alla mano del cavallini: “Basti pensare alla tecnica di stesura del colore, alle ombre, alle velature, all’uso dell’appretto”.

Che Dario Fo abbia ragione o meno è questione da lasciare agli storici dell’arte, ai restauratori, agli addetti ai lavori insomma. Quello che ovviamente attizza la discussione è il fatto che la paura di perdere una così importante “attrazione” porti un vescovo a cancellare un evento culturale di quella portata. Si tratta pur sempre dello spettacolo di uno dei più grandi attori del Novecento, nonché premio Nobel. Si tratta di censura bella e buona.

Giotto e San Francesco sono le due “All Stars” che illuminano Assisi. Quanti pellegrini ogni anno partecipano al bilancio (presumo fortemente in attivo) di questi frati particolarmente devoti alla miseria e alla povertà?
Non devono offendersi i credenti se uso parole così sarcastiche: devono prendersela principalmente proprio con quei frati che sfruttano la fede del loro maestro per fini di lucro.
Parlo così perché ad Assisi ci sono stato ed o visto cose…

Frati trasformati in bigliettai dietro biglietterie a staccare biglietti. Per cosa? Per far dire una messa ai propri defunti per la modica cifra di 10 euro (offerta minima).
Basilica inferiore, tomba di San Francesco. Dietro una simbolica offerta si può prendere un cero, portarlo da un punto A ad un punto B (5-6 metri di distanza), e riporlo in un apposito cesto. Senza accenderlo per motivi di sicurezza. Non devo spiegare che è inutile prendere un cero senza accenderlo perché è proprio la luce il simbolo importante. Inutile per il fido fedele certo.

E Dario Fo voleva andare lì a dire che Giotto non c’entra niente?

Come dire che a Parigi, al cimitero di Père-Lachaise, sotto la tomba con il nome “Jim Morrison”, in realtà è sepolto Cristiano Malgioglio.

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3 commenti:

  1. Cristiano Malgioglio? Ma allora mi hanno fregato.
    Lo sapevo che qualcosa sarebbe andato male.
    Pecunia non olet caro fratello, e non olet nemmeno per i poverelli di Assisi.

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  2. Mi chiedo, in primis, perchè lo stesso Dario Fo non lasci la questione "agli storici dell’arte, ai restauratori, agli addetti ai lavori insomma". Forse una lezione più tecnica anche se certo non più noiosa, gioverebbe alla "causa della verita'".
    Ma posto che ognuno può vestire a piacimento abiti non suoi, perchè proprio di fronte alla Basilica? Si badi bene: la tanto oltraggiosa censura, non è contro lo spettacolo di Dario Fo ma "contro lo spettacolo di Dario Fo di fronte alla Basilica". E' non è sottigliezza da poco. Di pure quello che ti pare ma perchè devi venire a dirlo proprio qui?
    Tanto e vero che lo spettacolo a Perugia c'e' stato e non credo che la diversa "location" abbia inciso negativamente.
    La presunta censura, abilmente sfruttata per buona parte dello spettacolo, tanto per strappare l'applauso a quella parte di pubblico qualunquista di sinistra, allora non mi sembra altro che l'arroganza di chi pretende di disporre della cosa altrui senza alcuna opposizione, celandosi dietro lo schermo della CULTURA.
    Ma potrei perfino sbagliarmi...

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  3. il problema secondo me è il seguente ed è proprio il fedele che deve preoccuparsene: i luoghi di culto importanti come Assisi, vengono avidamente sfruttati come attrazione turistica (un altro esempio è stato l'esposizione del corpo di padre pio). Per quanto riguarda Assisi sono sicuro di ciò perché ci sono stato e ho visto delle cose per le quali il vero fedele dovrebbe davvero arrabbiarsi. Soprattutto perchè si tratta di San Francesco.
    Il fatto che venga negato uno spettacolo per il semplice motivo di affermare che quei dipinti non sono di giotto, è la spia della paura di una minore affluenza di turisti che portano soldi.

    Bisognerebbe invece stimolare la ricerca della verità, casomai controbattendo con efficacia a ciò che dice Fo (e non è il solo)...ma il divieto e la censura sono sempre l'esercitazione cieca e vigliacca di un certo tipo di potere...

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