mercoledì 24 luglio 2013

L'arte secondo me (che poi sarei io)

Che cosa è l'arte? A cosa serve l'arte?
Direi che l'arte non serve a niente, per questo è così meravigliosamente utile.
Tutti coloro che caricano l'arte di grandiosi potenziali, di incredibili capacità di influire su chissà cosa, a mio avviso non ci hanno capito niente. Molto semplicemente l'arte in tutte le sue forme è un puro e semplice stimolo al piacere. Aggiungo anche molto banalmente che si tratta di provocare semplici emozioni. E queste emozioni si manifestano in ogni individuo in maniera diversa perché tale stimolo entra in diretta empatia con il nostro personale vissuto. Quindi ognuno risponde in maniera diversa alle continue provocazioni dell'arte. L'arte è poi ovunque intorno a noi. Non ci sono differenze di qualità tra due fenomeni artistici: chi afferma che Mozart è superiore a Rino Gaetano è un emerito imbecille. Ciò che conta nell'arte è avere qualcosa da comunicare e farlo bene, suscitare emozioni, creare divisioni anche violente. L'arte crea senso di appartenenza. Il calcio è una forma d'arte. Crea divisioni, unisce, divide, suscita emozioni forti. Lo scopo del gioco è mandare il pallone in rete, ma non sempre ciò viene fatto nel modo più semplice possibile, nella maniera più scontata, più diretta e meno dispendiosa. Il calcio non è uno sport efficiente: molti gesti vengono fatti per pura bellezza. Il cucchiaio di Totti non è il modo più semplice per segnare un rigore, ma è quello più bello. Parliamo di Maradona: nel suo famosissimo gol  in cui parte da centro campo come un treno dribblando tutti, avrebbe potuto evitare di dribblare anche il portiere e fare gol prima, invece no, ha dovuto portare a termine quella che per me è un'impresa artistica. Ha provocato emozioni, c'era bellezza in quell'azione. E gli esempi sono molteplici. Il calcio e altri sport sono vere e proprie forme d'arte in quanto ci sono tutti gli elementi giusti: la tecnica e la fantasia.

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mercoledì 19 dicembre 2012

Il Lavoro della spalla comica



Secondo articolo della serie dedicata al rapporto Comico e Spalla. Entriamo più nel dettaglio.
Dal punto di vista strettamente comico e drammaturgico, la spalla deve sostenere il comico e dargli le battute. Ecco cosa spiega Dario Fo parlando di Totò
      
Totò utilizza tutte le tecniche del vecchio teatro tradizionale e popolare. Ricorre spesso a un partner chiamato spalla. Questo partner gli dà la battuta, gli fa da contrappunto, per le ripetizioni e i rimbalzi necessari al discorso comico. Ma non serve unicamente a dargli la battuta, a recitare in contrappunto, a fare da controscena: è prima di tutto un punto d'appoggio. Lo stesso termine "spalla" deriva dall'atleta che, nel salto pericoloso, offre all'acrobata una possibilità d'appoggio, di rimbalzo, che in qualche modo lo spinge e lo proietta in avanti. E' così che Totò utilizza la spalla e sempre mirabilmente.

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lunedì 17 dicembre 2012

Il comico e la spalla


In moltissimi sketch, in interi spettacoli teatrali o film, la comicità è basata un due attori: il primo è il beniamino del pubblico, fa ridere e ha il monopolio delle battute più comiche, il secondo lo appoggia, lo sostiene, gli offre gli spunti, spesso ponendosi in uno stato di opposizione e di difficile convivenza. Si tratta del comico e della sua spalla.   L’accostamento di questi due poli antitetici, ognuno con precise funzioni e caratteristiche, crea un attrito molto forte che genera una presa sicura sullo spettatore. 
Con questo articolo inauguro una serie di post in cui tratterò in maniera approfondita il rapporto Comico/Spalla.

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lunedì 10 dicembre 2012

Il Tartufo - trama


Il Tartufo è una delle commedie più conosciute di Moliére e fu rappresentata il 12 maggio 1664 in occasione dei Plaisir de l’Ile Enchantée, i festeggiamenti offerti da Luigi XIV con la collaborazione dello stesso Molière. Come abbiamo già visto in un precedente articolo, la commedia suscitò l’avversione del partito devoto di corte e generò un’ aspra contesa.

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sabato 8 dicembre 2012

La censura nel teatro di Molière - "Il Tartufo"



Nell’articolo precedente abbiamo visto come Molière sia stato un autore che ha attraversato non pochi problemi di censura a causa delle sue opere e abbiamo affrontato il caso de La scuola delle mogli. Vediamo ora come l’ostilità nei suoi confronti si manifestò pienamente nel caso di una delle sue opere più famose: Il Tartufo.


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