Con questo articolo inauguro una serie di post in cui tratterò in maniera approfondita il rapporto Comico/Spalla.
Sia il comico che la spalla hanno
delle caratteristiche molto precise e stabiliscono tra di loro un rapporto di
amore/odio dalle numerose varianti, ma con il medesimo principio di base: la
spalla rappresenta la norma, il comico l’eccezione. Tra comico e spalla, il
secondo rappresenta sempre il modo giusto di pensare e di fare le cose che
controbilancia la vocazione all’eccentricità del primo.
Di solito con il termine spalla si
indica un ruolo di secondo piano, di poca importanza e che potrebbe fare
chiunque. In questa serie di articoli la spalla assume un ruoli di pari valore rispetto al
comico perché dalla sua performance dipende l’efficacia delle battute. Inoltre
il comico e spalla sono due ruoli ben definiti che dipendono l’uno dall’altro e
sarebbe scorretto dare un peso maggiore all’uno o all’altro.
Il
comico è l’ultima persona con cui si vorrebbe avere a che fare. Con il comico
non si può ragionare, non si riesce a stabilire un rapporto normale, comunicare
con lui è impossibile. Il comico è eccentrico, articola il proprio vivere
attraverso logiche ferree quanto incomprensibili. Ha la testa dura, non capisce
e sostiene sempre di essere lui l’incompreso. Da sciocco, ritiene che tutti gli
altri siano sciocchi. La spalla è costretto, suo malgrado, a stargli accanto, a
sostenerlo, a seguirlo e soprattutto a starlo a sentire, anche quando non
vorrebbe. Gli sketch dei fratelli De Rege terminano sempre con un «Ma basta, ma
vai via!» di Guido, la spalla, che pone fine a dialoghi insostenibili che
superano la normale capacità di sopportazione.
La
spalla è la norma, il comico è l’eccezione.
Il
comico è inoltre il furbo, lo scansafatiche, e dietro quel suo atteggiamento da
vittima nasconde la sua vera vocazione da carnefice. Un esempio è Totò che
tortura, nel vero senso della parola, i vari Peppino De Filippo e Mario
Castellani che si trovano a doverlo sostenere, o meglio, sopportare. Ma anche Giorgio
De Rege, che pur subendo le arrabbiature di Guido e i suoi vari insulti (il
celebre “Vieni avanti, cretino”), risulta essere il vero torturatore che, con
calma è con freddure spiazzanti, mette a dura prova la capacità di
sopportazione del fratello.
Ciò
che accade nel rapporto comico/spalla è singolare: c’è di norma un personaggio
che emerge in quanto comanda, è scorbutico, tratta male gli altri, parla più di
tutti e in perfetto italiano, rivendica i propri titoli e il proprio potere,
ascolta chi vuole parlare ma per sua concessione, insulta, esige rispetto e
spesso si arrabbia: è la spalla. Il personaggio che a prima vista sembra essere
quello principale e più importante risulta essere nient’altro che la spalla di
uno più taciturno, che a mala pena sa parlare, che si comporta in modo strano
sovvertendo la realtà e in normali codici di comportamento. È il personaggio
che fa ridere, che convoglia su di sé l’attenzione del pubblico e deve
catturare lo sguardo dello spettatore come se fosse una calamita.
Sono
tantissimi i casi in cui questo rapporto diventa la struttura fondamentale
dello spettacolo comico: il circo con il clown Bianco e l’Augusto, il teatro di
varietà con i fratelli De Rege, Totò, Stanlio e Ollio, Gianni e Pinotto, Dean
Martin e Jerry Lewis, solo per citarne alcuni.Nei prossimi articoli parleremo un po' di questi casi particolari.
Nel prossimo articolo vedremo in pratica quali sono le funzioni della spalla.
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