Scorrendo le google news nella sezione “Spettacoli” due notizie hanno attirato maggiormente la mia attenzione: “Massacrò di botte Rihanna, Chris Brown si dichiara colpevole” e “O'Neal sposa Farrah Fawcett morente”. La prima notizia si riferisce al fatto che il cantante Chris Brown ha confessato davanti alla corte di Los Angeles di aver picchiato la collega e ex fidanzata Rihanna. Pur rischiando una pena di cinque anni se l’è cavata con 180 giorni di lavoro per la comunità e l’obbligo di stare ad almeno 50 metri di distanza da Rihanna (10 metri in occasioni legate al mondo dello spettacolo). La seconda notizia riguarda la decisione dell’attore Ryan O’Neil di sposare Farrah Fawcett, ex Charlie’s Angels che dal 2006 lotta contro un cancro al colon che si è esteso al fegato. Quello che mi ha spinto a scrivere l’articolo è l’inserimento di queste notizie nella categoria “spettacoli”.
Il motivo che salta subito al pensiero è il fatto che entrambe le vicende riguardino star e divi del mondo dello spettacolo. Ma se si gratta un po’ di più si può intravedere una verità abbastanza scontata ma che bisogna spogliare di ogni normalità e naturalezza e considerala assurda, perché così è: la vita privata di queste persone e la dimensione pubblica non hanno confini ben definiti…e questo è ovvio. Ma ciò che deve far meraviglia è che non solo privato e pubblico coincidono, ma anche la loro vita reale e quella fittizia. In poche parole è come se la loro vita fosse tutta un film. Riguarda il mondo dello spettacolo che un cantante abbia massacrato di botte la compagna o riguarda la cronaca? Basta il fatto che i protagonisti siano divi? La loro vita privata è sfruttata dal mondo dello spettacolo e non c’è vita vera, vissuta.
Nel caso di Farrah Fawcett l’articolo comincia con una tristissima analogia con un film, Love Story, in cui lo stesso O’Neil interpretava la parte di Oliver che sposa la sua Jennifer nonostante sia una malata terminale di leucemia. La similitudine non è casuale. La vita del film e la vita vera si compenetrano. La stessa Farrah Fawcett ha permesso che si girasse un documentario sulla sua malattia, Farrah Story, che ha ricevuto dure critiche perché è stato accusato di sfruttare la lotta di una star contro il cancro per fare audience.
L’aspetto che a noi più interessa è proprio questa sfumatura dei limiti che dovrebbero dividere la vita vera da quella finta, falsa di uno show televisivo.
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Molto interessante il discorso dei limiti sfumati e quasi inesistenti tra pubblico e privato nello star system. Una chiave di lettura potrebbe essere la monetizzazione del privato. Sembra quasi che queste persone ed il sistema di cui fanno parte e di cui facciamo parte possano guadagnare soldi per il solo fatto di esistere e pure noi di spenderli per il solo fatto di esistere.
RispondiEliminaLoro non offrono arte e noi non la compriamo.
Respirare e vivere costa e produce profitto di per sè. Il profitto ed il consumo si sganciano dalle normali leggi del mercato? O questo è un nuovo mercato dove si consumano e si vivono vite altrui? Dove si vendono e si comprano simulacri di emozioni? Dove noi non sono più persone ma pubblico pagante, novella moderna plebe? E le star del sistema sono a loro volta oggetti o prestano parti fittizie della loro vita per produrre profitto? Dove sta la realtà? Perchè sono disposto a consumare emozioni di altri?