La vicenda della monaca di Monza, resa famosa da Alessandro Manzoni ne I promessi sposi, è stato oggetto anche di un film del 1969 di Eriprando Visconti, La monaca di Monza - Una storia lombarda. Alla base delle due opere c'è un fatto storico: un enorme scandalo che sconvolse la città di Monza agli inizi del 1600. Una storia atroce di un amore impossibile che provocò l'uccisione di una giovane conversa, una suora e uno speziale. In questo articolo tratterò la vicenda della monaca di Monza sotto il triplice aspetto storico, cinematografico e letterario.
Breve riassunto della storia della monaca di Monza.
Da punto di vista storico la vicenda è stata trattata in modo più fedele dal film La monaca di Monza - Una storia lombarda che da Manzoni ne I promessi sposi, ma approfondiremo questo aspetto successivamente.
Quella che nel capolavoro di Alessandro Manzoni è conosciuta con il nome di Gertrude fu in realtà Marianna De Leyva, figlia del conte di Monza. Apparteneva quindi ad una delle famiglie più importanti della città. Fu costretta dal padre a farsi suora nel 1591, all'età di sedici anni. Prese il nome di suor Virginia. Ciò avvenne a causa del maggiorascato, ossia del diritto totale di eredità in favore del figlio maschio maggiore. A causa delle sue origini nobiliari veniva chiamata "La Signora" e divenne presto maestra delle educande.
Ciò che portò allo scandalo fu la sua celebre relazione con Gianpaolo Osio (Egidio in Manzoni), un nobile sventato la cui casa confinava con il convento. Dallo loro relazione nacquero anche due figli, un maschio nato però morto e una femminuccia. I loro numerosi incontri erano coperti dalla complicità di due suore, Ottavia e Benedetta. La vicenda prese la terribile piega nel 1606 quando una giovane conversa, Caterina Cassini, minacciò di dire tutto. Fu uccisa da Gianpaolo Osio con la complicità di Marianna e le altre due suore. Lo stesso Osio si rese colpevole dell'uccisione Raniero Roncino nel 1607. Ormai era difficile tenere segreta la storia e suor Virginia fu trasferita a Milano. Gianpaolo Osio fuggì con le due suore e ne uccise una affogandola, Ottavia. tentò anche di uccidere Benedetta buttandola in un pozzo ma si salvò è raccontò tutto. Ormai sulla testa di Gianpaolo Osio pendeva una taglia, vivo o morto. Fu infatti decapitato da un presunto amico per riscattare il compenso.
Suor Virginia fu arrestata il 15 Novembre 1607 e fu condannata all'isolamento a vita in una cella di un metro e ottanta per tre, senza finestre e con la porta murata. Nei primi tempi ebbe attacchi di nervi e violenza, tentò anche il suicidio. Poi però trasformo la sua pena in esercizio di redenzione e nel 1622 le fu condonata la pena e tornò alla sua vita religiosa nel convento di S. Valeria.
Il film La monaca di Monza - Una storia lombarda di Eriprando Visconti.
Il film girato da E. Visconti nel 1969 è una ricostruzione fedele alla storia della vicenda della monaca di Monza. Il cartello iniziale dopo la citazione di un versetto di Luca "è impossibile che non avvengano scandali; ma guai a colui per il quale avvengano" informa che il film è basato sugli Atti del Processo che si è svolto a Milano nel 1608. Osserviamo quindi che questo film si pone da subito come una trattazione storica che utilizza le fonti dirette per ricostruire la vicenda. Si può intravedere la pretesa di oggettività di un'operazione scientifica. Uno spettatore che si avvicina al film credendo di assistere ad una versione cinematografica de I promessi sposi troverà quindi le sue aspettative deluse perché la vicenda storica effettiva ha diverse varianti rispetto a quella narrata da Manzoni. Però potrà fruire di un'opera molto utile per avere un'idea precisa della storia come accadde realmente.
Vediamo gli attori principali:
Questo film è particolarmente attento alla descrizione della vita lussuriosa che veniva condotta nei conventi del tempo. Preti che avevano rapporti carnali con le suore e un fitto intrigo di gelosie, invidie e rapporti di potere.
In definitiva, pur non essendo un'opera d'arte, è comunque un film utile a stimolare l'interesse verso la vicenda e nel caso più positivo alla lettura (per molti rilettura piacevole e non forzata) di uno dei più grandi capolavori della letteratura.
Promessi sposi, la monaca di Monza secondo Alessandro Manzoni.
Come è noto esiste una versione antecedente la pubblicazione del famoso capolavoro di Alessandro Manzoni, I promessi sposi. Questa prima stesura porta il nome dei due protagonisti, Fermo Spolino e Lucia Zarella. Il titolo è infatti Fermo e Lucia. Si tratta di una stesura ben più ampia del romanzo che i ragazzi leggono controvoglia sui banchi di scuola. Diviso in quattro tomi verrà poi notevolmente asciugato e reso più compatto nella stesura definitiva. Il secondo tomo del Fermo e Lucia è occupato nella maggior parte dalla vicenda della monaca di Monza.
La vicenda narrata si discosta per diversi aspetti dal reale fatto storico. Alessandro Manzoni si basò sulle notizie tratte da Ripamonti che fu il primo a scrivere delle vicende di Marianna de Leyva.
La prima cosa da sottolineare è che Alessandro Manzoni spostò i fatti avanti nel tempo di una ventina d'anni. I promessi sposi si svolgono in un periodo di tempo che va dal 1623 al 1630.
Quella di Manzoni è soprattutto la storia di una ragazza costretta a chiudersi in convento contro la sua indole appassionata e mondana. Ma ciò non avvenne attraverso un esplicito atto di violenza ma attraverso una sottile trama che coinvolse la bambina fin da piccola. Tutto veniva gestito come se fosse naturale che la piccola dovesse andare in convento. Manzoni è particolarmente abile nello scandire tutte le tappe dello sprofondamento della giovane verso le mura aride del convento ed è davvero geniale nel riportare le arti grazie alle quali la famiglia di Gertrude riuscì nel suo intento.
La relazione con Gianpaolo Osio, che Manzoni chiamerà Egidio, viene appena accennata come per pudore nei riguardi della protagonista.
Dopo i terribili eventi La Signora accoglie Lucia promettendole il suo aiuto, ma finisce per tradirla perché Don Rodrigo si avvale dell'aiuto del potente signorotto locale (l'innominato), che a sua volta affida il compito di rapire Lucia proprio a Egidio che forte della relazione con Gertrude, riuscirà a corromperla.
Questo articolo vuole soprattutto riproporre a coloro i quali siano usciti disgustati dalla lettura scolastica de I promessi sposi, una straordinaria lettura che, libera dalle forzature di un compito liceale, porterà un piacere assicurato.
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apprezzo molto, grazie
RispondiEliminaCi scommetterei che si tratta di una storia modello, che parla di tantissime altre storie vere, molto simili a quella riportata dal Manzoni.
RispondiEliminaGrazie per avermi rispolverato vecchi ricordi. A me i Promessi Sposi non piacquero alla lettura forzata del liceo, nè anni dopo quando li rilessi liberamente. Il tuo articolo però è uno degli approfondimenti più notevoli e più ben scritti su uno degli aspetti più interessanti del lavoro manzoniano.
RispondiEliminaGrazie. ciao.
rileggendo qualche parte dei promessi sposi ci si accorge facilmente che Manzoni è stato davvero un grande della letteratura. Delle pagine incredibili. Per esempio consiglio la descrizione dell'Innominato che viene fatta nel Fermo e Lucia, in cui viene chiamato il conte del Sagrato. Quando descrive il motivo per cui fu chiamato conte del Sagrato compone una pagina di grande letteratura.
RispondiEliminaBisogna rileggerlo spogli della noia provocata dalla forzata lettura scolastica e leggerlo come se nessuno l'avesse ancora fatto. Bisogna fare in modo che sia una sorta di scoperta.
Per me lo è stato perché al Liceo ero poco ligio al dovere e non ne ho letta nemmeno una pagina. Quindi leggo i promessi sposi come una qualsiasi altro romanzo, spogliandolo delle sue polverose vesti di monumento della letteratura.
Bello..grazie mille..mi servirà x la verifika di domani!!
RispondiEliminawow
RispondiEliminamolto ben sritto
RispondiEliminaThank you for sharingg this
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