lunedì 1 giugno 2009

La cantante Susan Boyle ricoverata in ospedale.

A causa della pressione e dello stress degli ultimi giorni, la cantante Susan Boyle si è sentita male ed è stata ricoverata d'urgenza alla clinica Priory di Londra. La difficoltà ad affrontare l'ondata di popolarità che l'ha travolta in questi ultimi tempi ha provocato una forte spossatezza ed è stato necessario il ricovero. Il suo caso è noto ormai dappertutto: si presentò ai provini dell'equivalente inglese del nostro "X-factor" e dopo essere stata oggetto di scherno da parte dei presentatori a causa della sua scarsa bellezza, ha sfoderato una voce straordinaria che ha fatto restare tutti di sasso. Susan Boyle incarna alla perfezione il sogno di poter sfondare grazie al proprio talento in un ambiente in cui l'aspetto fisico prevale. Io ho dei dubbi su questo e colgo l'occasione per esprimerli.

Brutta ma brava. Questa è la formula del successo di Susan Boyle (da questo momento i termini brutto e bruttezza non avranno valore negativo, servono per capirci e determinate i termini della questione). 

A me non fa piacere che sia così. Perché io nel sogno del talento che vince su tutto ci credo poco. Che Susan Boyle abbia talento è un fatto certo, la sua voce la possiamo ascoltare tutti. La mia domanda è: se fosse stata anche bella avrebbe avuto lo stesso successo? Se ci si pensa bene questa è una domanda che dovrebbe fare accapponare la pelle. Quando la televisione avrà finito di sfruttare la bellezza e quando le pulsioni sessuali dei maschi si saranno placate a causa dell'abitudine, fatto che renderà inutile la bella mostra di tette e culi, si butterà con l'avidità che le è propria sulla bruttezza. E un po' sta già accadendo (leggi questo post).

Mi raccomando: ora dimenticate Susan Boyle, il suo caso dal suo punto di vista resta un sogno realizzato (sempre che il successo in tv basti a coronare il successo di una vita e sempre che ciò le permetta di avviare una carriera decente che non brucia solo sotto i riflettori). Il suo caso è un punto di partenza.

Attenzione! Non deve far paura questo sfruttare la bruttezza. Che si sfrutti la bellezza o la bruttezza per questioni di ascolti  è assolutamente la stessa cosa. Ma è normale però: la televisione si basa su ricette vincenti in cui ingrediente principale è l'immagine.

Dal mio punto di vista la televisione non è un luogo ingenuo, in cui c'è spazio per i sentimenti e tanto meno per i sogni. Tutto è rigorosamente strutturato. E' una macchina infernale che funziona alla perfezione. E' un calderone che riesce a fagocitare tutto e tutti. Mi dispiace che la povera Susan Boyle ci sia finita dentro, perché il successo in televisione è sempre transitorio e quando ti abbandona e torni alla vita di sempre non ti resta più niente.

In televisione il talento non serve a niente perché puoi sfondare anche se non sai fare niente (leggi questo post).

Tornado a Susan Boyle, il suo caso è perfetto per la televisione. Il suo talento e la sua bruttezza camminano di pari passo. Sono una formula vincente che in effetti ha funzionato alla grande. Sono due ingredienti di una ricetta miracolosa che genera tanti soldi. Al suo successo è necessaria la sua bruttezza e questo secondo me è terribile. Bisognerebbe essere felici nel caso in cui una persona di talento non sia né bella, né brutta...ma in tv non funzionerebbe, non sarebbe un'immagine vincente.

La mia intenzione è soprattutto quella di stimolare uno "sguardo di traverso" rispetto alla televisione, uno sguardo sospettoso che ci evita di bere tutto ciò che ci propinano. 

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6 commenti:

  1. Penso che sia impossibile non essere d'accordo con te. Tra l'altro vedo con molto timore questo "tele-centrismo". Mi chiedo per esempio se persone com Lenin che diffondeva i suoi "post" tramite volantini passati mano a mano in una società come la nostra avrebbe mai potuto fare la sua rivoluzione. Oggi se vai in tv sei un professionista, persino un blogger se viene citato in tv sorpassa tutti in un lampo, ecc. Questo sta a significare che ormai un regime si può limitare a controllare la tv per avere consensi e potere ... indovina a chi sto alludendo ...

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  2. ecco un punto dello statuto della P2:
    2) Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l'impiego degli strumenti finanziari non può, in questa fase, essere previsto nominativamente. Occorrerà redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell'altro. L'azione dovrà essere condotta a macchia d'olio, o, meglio, a catena, da non più di 3 o 4 elementi che conoscono l'ambiente. Ai giornalisti acquisti dovrà essere affidato il compito di "simpatizzare" per gli esponenti politici come sopra prescelti in entrambe le ipotesi alternative 1c e 1d.
    In un secondo tempo occorrerà:
    a) acquisire alcuni settimanali di battaglia;
    b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia centralizzata;
    c) coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa locale;
    d) dissolvere la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.

    fonte:http://www.disinformazione.it/loggiaP2.htm

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  3. Sono sorpreso per quanto ci troviamo su certi punti.
    E' vero, la Boyle è l'ennesima "brutta"(tra parentesi causa una teoria che descriverò dopo) per l'audience, il fenomeno che oltre ad apparire in un certo modo è anche abile; hai presente l'uomo tronco del Freaks di Browning? Sapeva anche accendersi il sigaro, aveva quel talento...

    La mi teoria, che espongo spesso in giro, è che ci hanno imposto i canoni estetici: chi può dire cosa è brutto o bello? Perché una siliconata hollywoodiana dovrebbe essere più bella di altri? Basta guardare anche le tappe temporali... Nel passato il canone di bellezza femminile era una certa pienezza(molti quadri d'epoca rendono l'idea), ora no... Una volta era considerata il top una carnagione lattea, ora il modello impone l'abbronzatura...
    Con questo voglio dire che anche ciò che viene considerato brutto o bello è imposto e deciso, ed è soltanto il primo scalino utile per poi proporre gli show attuali e le situazioni che descrivi.
    In poche parole: prima costruiamo i canoni base, poi scegliamo i soggetti da dare in pasto al pubblico, secondo il messaggio...

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  4. si può dire anche di peggio: in questa nostra epoca basata sul consumismo, i bisogni (di acquistare a tutti i costi) vengo indotti. Questa teoria è molto nota. Il passo avanti che si può fare è che nel momento in cui la bellezza diventa merce che genera denaro, anche quel tipo di bisogno deve essere necessariamente indotto. Quindi il corpo (purtroppo in maggioranza quello della donna) viene dalla televisione brutalmente ridotto a merce e come tutte e merci deve essere venduto e c'è bisogno quindi di operazioni che generino domanda.

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  5. Che la bruttezza di Susan Boyle sia elemento sine qua non del suo successo non c'è dubbio. La televisione calcola ogni cosa, produce mix perfetti che si vendono al grande pubblico. Volevo esulare un po' dal tuo post notando che, nel caso di Susan Boyle, anche il supposto talento (perchè detto fra noi non ha idea di come si canti una canzone) è in realtà un prodotto di studio. Le persone sono state condizionate così tanto sulla musica che non sanno nemmeno più cos'è un'interpretazione. Basta una voce per far un cantante secondo il vangelo di trasmissioni tipo xfactor. Questo concetto, anzi questo format, è stato ripetuto così tante volte che alla fine il pubblico massa/consumatore lo ha fatto proprio. Paradossalmente nel caso di Susan Boyle l'unica cosa reale è la bruttezza che per noi diventa fenomeno, perchè viene somministrato come un fenomeno da baraccone: una volta, ante televisione, sarebbe stata la donna barbuta del circo.
    Poi hai ragione, spenti i riflettori non rimarrà nulla della povera Susan.
    ciao.

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  6. è vero...ma infatti ho sottolineato che in televisione non c'è spazio per il talento, ma solo per l'immagine vincente ed efficace per la televisione.

    L'arte infatti non si limita al semplice talento, ad avere una bella voce e a saperla usare.

    In effetti sembra che questi nuovi "talenti" non cantano per la canzone, ma per la propria voce.

    Hanno dimenticato quell'importantissimo passaggio del dimenticare la tecnica, il virtuosismo. Presupposto fondamentale per l'arte. La tecnica deve essere il punto di partenza, non quello di arrivo. Se canto solo per far vedere che ho talento, sono morto prima di nascere.

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