Consiglio vivamente la visione di questo film e la lettura di Pier Paolo Pasolini – Accattone di Stefania Parigi (è da questo libro che sono tratte le informazioni alla base di questo articolo).
Protagonista del film è un magnaccia, sullo sfondo della cruda realtà della borgata romana.
Il film fu vietato ai minori di 18 anni, anche se non esisteva una legge che poneva tale limite (esisteva solo quello di 16 anni).
La commissione di censura richiese queste quattro modifiche:
Prima frase incriminata. «Tutte le mamme di famiglia in quelle condizioni lo farebbero, anche mia madre lo farebbe», dice Accattone a Stella quando la ragazza gli confessa che la madre ha fatto la prostituta per mantenere i figli. La correzione proposta è: Anche altre mamme di famiglia lo avrebbero fatto, anche mia madre avrebbe potuto farlo.»
Seconda frase incriminata: «Artro che porelle quelle sso dritte, buscheno dae venti ae trentamila al giorno», risponde Accattone a Stella quando la ragazza, alla visione delle prostitute, esclama:«Porelle!». Il censore vuole che venga eliminato il riferimento alla “lucrosità” della professione.
Terza frase incriminata: «Ma tiè – dice Amore indicando i suoi gioielli nella scena della balera -, questi l’ho fatti coi soldi vostri. Io coi soldi vostri me compro scarpe da dodicimilalire». Il censore consiglia di ridurre il prezzo delle scarpe a tremilacinquecento.
Quarta frase incriminata: «Dovrai attaccarle [le mutande] al chiodo, sei vecchia». Viene richiesto di sostituire mutande con sottana.
[…]
L’anteprima romana del film ha luogo il 22 novembre al cinema Barberini. Un gruppo di giovani di destra lancia bombette fetide in sala e boccette d’inchiostro contro lo schermo. Nascono tafferugli fuori e dentro la sala che rendono necessario l’intervento della polizia . Il giorno successivo le proiezioni vengono effettuate con la scorta.
Pier Paolo Pasolini – Accattone, Stefania Parigi, Lindau 2008, pag. 206.