martedì 28 aprile 2009

Trasfert e From the Drain: i primi due film di David Cronenberg.

Dopo i due articoli sulla vita di David Cronenberg con Trasfert e From the Drain iniziamo la “carrellata” dei suoi film. Si tratta di due cortometraggi (7 minuti il primo e 14 minuti il secondo) rispettivamente del 1966 e del 1967 e rappresentano le primissime esperienze di regia di David Cronenberg. Oggi queste due pellicole sono introvabili perché come ha dichiarato lo stesso Cronenberg «come Trasfert, From the Drain è un altro viaggio tortuoso di un regista adolescente. Goffo, mal fatto anche dal punto di vista tecnico. Ho cercato di eliminare la pellicola e di accertarmi che non ce ne fossero copie disponibili in giro». Si tratta quindi di lavori molto acerbi, influenzati dalle opere di Samuel Beckett, che però contengono allo stato germinale i temi del cinema di David Cronenberg. Vediamo in dettaglio di cosa stiamo parlando.

Come già citato nella sua biografia queste prime esperienze derivarono da una sorta di folgorazione che David Cronenberg ricevette dal fatto che un suo amico dell’università avesse girato un film. Lo stesso Cronenberg parla dell’«effetto stupefacente che ebbe su di me un film realizzato da un mio compagno di studi. […] In questo film, che era molto dolce, recitavano i miei compagni di studio; era girato a Toronto, all’università, ed erano ripresi luoghi e scenari che io attraversavo ogni giorno. Era elettrizzante. […] Io mi sono detto: ‘devo assolutamente provare!’. »

Decide quindi di investire 300 dollari canadesi e di iniziare le riprese di Trasfert in cui è sceneggiatore, regista, fotografo, cameraman e montatore. Gli attori sono Mort Ritts e Rafe Macpherson, due amici. Il film «parla di uno psichiatra che è seguito dal suo paziente ovunque vada, perché il paziente crede che il loro rapporto sia l’unica cosa che per lui abbia mai avuto qualche significato. […] C’è un elemento surrealista che non collima abbastanza con quello psicologico; tecnicamente è piuttosto sbilanciato». L’elemento surrealista di cui parla Cronenberg è presente già nell’ambientazione: il dialogo tra il paziente e lo psichiatra avviene ad un tavolino  immerso in una distesa di neve. Il paziente inventa parti della sua vita per godere delle reazioni del suo psichiatra.

I mezzi con cui David Cronenberg gira il successivo From the Drain (Dal tubo di scolo) sono gli stessi: il budget è di poco superiore (500 dollari canadesi), gli attori sono sempre due suoi amici (Mort Ritts e Stefan Nosko) e David Cronenberg si occupa della sceneggiatura, della regia, della fotografia delle riprese e del montaggio.

From the Drain è ambientato in un imprecisato futuro in cui due veterani di guerra parlano seduti in una vasca da bagno completamente vestiti. Non si sa di quale guerra si tratti ma i due dialogano a proposito di armi chimiche e biologiche. Ad un certo punto però dal tubo di scarico della vasca da bagno esce una pianta rampicante che strangola uno dei due personaggi. A questo punto l’altro gli toglie le scarpe e le ripone in un armadio pieno di altre scarpe. Si capisce che il malcapitato è caduto in un indecifrabile complotto che ha lo scopo di eliminare tutti i veterani di quella indefinibile guerra.

Qui è anche evidente la condivisione e l’approfondimento di temi cari ad uno scrittore che Cronenberg ama particolarmente, cioè William Burroughs che spesso aveva indagato la tematica del complotto. Un altro scrittore che ha influenzato i due lavori è il già citato Samuel Beckett, paragone che deriva dallo stesso Cronenberg che ha definito Trasfert e From the Drain come «schizzi surrealisti per due persone».

Altre influenze possono inoltre essere ricercate tra i registi underground americani che Cronenberg amava molto: Jonas Mekas, Ed Emshwiller, Andy Warhol e Kenneth Anger.

 

Condividi questo articolo su facebook Condividi su Facebook

Articoli correlati per categorie




Se ti è piaciuto l'articolo,iscriviti al feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog! Per maggiori informazioni sui feed, clicca qui!

3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. "stupefacente" è un aggettivo azzeccato per il tipo di film che ha girato; ricordo molto bene film come Crash, La Mosca, e un altro di cui mi sfugge il titolo, dove c'èra un video gioco fatto con un misto tra tecnologia e biologia, che faceva fare viaggi surreali, alla fine realtà e fantasia non si distinguono più.
    POTERE AL DUBBIO!

    RispondiElimina
  3. si tratta di existenz. Ho scritto un articolo proprio dedicato a questo film: http://lacasastregata.blogspot.com/2009/03/exsistenz-di-david-cronenberg-realta-o.html
    hai ragione comunque, sono film davvero incredibili

    RispondiElimina

è accettato ogni tipo di commento, soprattutto se in disaccordo con il contenuto del post. I commenti che contengono offese personali (a chiunque siano dirette) verranno cancellati.