Se si parla di teatro di regia ci si deve confrontare necessariamente con il Teatro d’Arte di Mosca fondato da Stanislavskij e Dancenko nel 1898. Visto che mi sto occupando in questi ultimi articoli proprio di questo tema, a breve affronterò questi argomenti. Voglio però fare una premessa un po’ particolare partendo da un caso letterario. Come introduzione ai prossimi articoli voglio parlare un po’ di un bel romanzo di Michail Bulgakov, Romanzo teatrale. Questa opera, dietro nomi e luoghi fittizi, si manifesta come una critica grottesca e pungente proprio del Teatro d’Arte di Mosca e delle personalità che vi ruotavano attorno.
-È la parola d'ordine?- chiesi – e se l’uomo non ci sarà?
-Ci sarà, - disse freddamente Bombardov e continuò: -Dietro l'angolo proprio di fronte all'uomo col pellicciotto, vedrà un'automobile senza ruote, sul cricco, e vicino un secchio e un uomo che sta lavando la macchina.
-È stato di oggi? chiesi emozionato.
-Ci sono stato un mese fa.
-Allora come fa sapere che l'uomo starà lavando l'automobile?
-Perché la lava ogni giorno, dopo avere tolto le ruote.
- Ma allora quand'è che Ivan Vasil’evič (Stanislavskij) la usa?
- Mai.
- Perché?
- Dove vuole che vada?
-Be’, diciamo, a teatro.
-Ivan Vasil’evič (Stanislavskij)viene a teatro due volte all'anno, per le anteprime, e allora chiamano per lui il fiaccheraio Drykin.
-Ma guarda! E perché un fiaccheraio, se ha l'automobile?
-E se l'autista muore per un infarto mentre guida, e automobile va finire in una vetrina, me lo dice lei cosa fare? “
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