Valzer con Bashir è un film di Ari Folman, prodotto da Israele, Francia e Germania nel 2008 e uscito in Italia il 9 gennaio 2009. Il titolo si riferisce a Bashir Gemayel, fondatore del partito libanese di destra noto col nome di “falangi libanesi” e eletto Presidente della Repubblica Libanese il 23 Agosto del 1982, durante il primo conflitto israeliano-palestinese. Morì in un attentato il 9 settembre dello stesso anno. I sostenitori di Bashir ritennero colpevoli alcuni gruppi palestinesi, fatto che provoco l’eccidio di Sabra e Shatila in cui vennero uccisi 700 palestinesi. Il contesto del film è proprio il primo conflitto israeliano-palestinese del 1982.
Il protagonista è un regista che in seguito al racconto di un amico si accorge di non ricordare nulla del suo passato di soldato nella guerra in Libano. Inizia così la sua inchiesta attraverso colloqui con ex combattenti che facevano parte del suo stesso commando. Emergono così brani di passato talmente atroci da essere stati rimossi dalla mente attraverso un meccanismo di autodifesa che ha permesso al cineasta di continuare a vivere anche dopo esperienze così estreme. Il passato è quello di giovanissimi soldati, veri nella loro fragilità e umana paura. Il film mostra la guerra per ciò che è realmente: un susseguirsi di immagini, azioni e sensazioni sempre inedite e innominabili, in cui non ci sono eroi, non ci sono nemici, ma solo vittime.
Come è noto si tratta di un film di animazione che però usa la stessa grammatica del cinema vero e proprio e raggiunge delle vette di virtuosismo e di vera poesia. A me è sembrato che la vera danza non stia nella esplicita citazione (vedendo il film è molto chiara), ma nel ritmo stesso del film. Spesso le immagini sembrano danzare a causa della precisione e dell’ottima orchestrazione di tutti gli elementi che compongono le varie inquadrature. A questo proposito vi invito a rivedere con attenzione la scena del primo incontro in Olanda, quando i due personaggi sono in macchina e si passano quello che sembra uno spinello. Tutti i gesti o le minime smorfie sono collegati tra loro in sequenze ritmiche molto curate che danno l’impressione di una danza.
Consiglio vivamente di vedere il film.
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