Vorrei porre l’attenzione su un testo secondo me straordinario, che anticipa molta drammaturgia del Novecento per la sua meta-teatralità. Si tratta di Francesca da Rimini, tragedia a vapore stravesata da Pulcinella Cetrulo, da D. Asdrubale Barilotti, da Monsù Patrecutenella e da Schiattamorton, parodia scritta da Antonio Petito andata in scena nel 1866.
Il testo anticipa il "teatro nel teatro" pirandelliano, con un'azione che si svolge anche in platea e il gioco del teatro messo a nudo. La didascalia iniziale indirizza da subito la parodia verso l'abbattimento della "quarta parete", senza tuttavia avere ancora alzato il sipario:
L'azione principia col sipario calato. Si sente suonar la sinfonia, da dentro le scene gran chiasso di voci confuse, rumore di roba caduta, si sente un colpo di pistola. La musica cessa di suonare.
Primo violino (al suggeritore) Che cosa è questo chiasso?
Suggeritore (cacciando la testa fuori dal cupolino) Non so ma io credo che qualche rissa ha dovuto succedere. Fatemi nu piacere, teniteme "o cappello" e 'o copione, pecchè si veco che incalza l'affare, me ne fujo pe dinto alla platea.
Voci (da dentro le quinte) Assassino, birbante! (Altra voce) Portatelo alla questura!
Suggeritore Lasciatemi fuggire, qua l'affare incalza.
Primo violino Aspettate nu mumento, non avete paura
Un inglese (dalla platea) Cosa queste chiassamente?
Primo violino Credo che sarà qualche appicceche
Inglese Che cosa è quest'appicceche?
Voce da dentro Mannate a chiammà la vammana, nu chirurgo, qualche d'uno.
In seguito compare Pulcinella che informa che la tragedia in programma, appunto Francesca da Rimini, non potrà essere rappresentata. Il pubblico protesta costringendo Pulcinella ad arrangiarsi e recitare comunque. Riesce a racimolare qualche attore: Asdrubbale Barilotti, Monsù Cutenella e Monsù Schiattamorton, dando inizio ad una sintetica ed arrangiatissima esecuzione della tragedia del Pellico che culmina con un'azzuffata tra Monsù Cutenella/Guido e il suggeritore che si era scocciato e voleva andarsene. Monsù Cutenella strappa la giamberga del suggeritore mostrando i suoi calzoni tutti rattoppati, al che inorridito esclama: "Quale vista crudel s'offre a' miei sguardi!!!" e cala la tela.
Antonio Petito vi recitava la parte di Francesca, cioè Pulcinella che in seguito compare in camicia da notte, cuffia e un lenzuolo appeso alle spalle come manto, senza ovviamente togliere la maschera. Lo stampatore De Angelis che pubblicò l'opera aggiunse quel "tragedia a vapore" che tanto rimanda ai futuristi o che comunque lascia intravedere una strada verso il "teatro sintetico".
Puoi leggere anche: Gli scherzi di Antonio Petito, il Pulcinella più famoso dell'Ottocento.
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