domenica 1 marzo 2009

Il caso della famiglia Englaro non è ancora finito.

Apprendiamo con dispiacere che il caso di Eluana Englaro continua a lasciare ancora i suoi strascichi, quasi insolenti. Ora che la grande abbuffata è finita, c’è chi sta rosicchiando avidamente gli avanzi del pasto. Di un caso privato se ne è fatta una questione pubblica e la politica ha trovato il suo osso da spolpare. Voglio sfruttare questo caso così delicato e complesso per stimolare una timida e parziale riflessione su un paio di concetti considerati come colonne nel nostro sistema etico e morale. 

Per spogliare il mio discorso di ogni possibile ambiguità affermo da subito il mio pensiero: in generale credo fermamente nel principio di autodeterminazione e nel fatto che sono io il padrone della mia vita e devo poterne fare ciò che voglio.

La vicenda della famiglia Englaro rappresenta un ennesimo tentativo da parte della politica e della chiesa di affermare il proprio controllo sui corpi delle persone. In particolare la chiesa è sensibile a questo argomento. Il corpo di una persona che decide di morire è un corpo in ribellione, che sfugge dal controllo e sfiora l’anarchia. In verità sta semplicemente affermando la sua libertà. La chiesa i propri principi li impone, non ammette la possibilità che ci siano altre vedute. Per essere chiari: gli atei sono solo pecorelle smarrite che prima o poi torneranno all’ovile.

Una delle due colonne dell’etica e della morale a cui mi riferivo prima è il famoso precetto  “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”. Come non sposare una simile affermazione? In realtà nasconde un egoismo latente. Sono io che devo decidere cosa è bene per gli altri solo in base a ciò che io ritengo giusto o sbagliato? Nel caso in questione: non aiutare a morire una persona se tu non vorresti che ella lasciasse morire te. In casi del genere la questione è delicata. Come fa a reggere questo principio? Ma è proprio questo che la chiesa professa: io, autorità religiosa, ritengo che la vita si intoccabile e che debba essere Dio a togliercela così come ce l’ha donata. E coloro che in Dio non credono?

L’altra colonna è: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Stesso discorso. A me piacerebbe di più: “ama il prossimo tuo come egli vuole essere amato”.

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6 commenti:

  1. Sono d'accordo con quanto hai scritto.. ma tu sei riuscito ad esprimere di più del mio pensiero in merito all'argomento (trattasi in realtà di un diritto).. Ma "Ama il prossimo tuo come egli vuole essere amato" è più di quello che io avrei argomentato per difendere la propria autodeterminazione.. è una frase, un suggerimento.. un'illuminazione, un consiglio ed è impegno... grazie per averla scritta perchè anch'io possa ricordarmela!
    Paola Mari

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  2. Ciao, eccomi. Io ne ho appena parlato da me. Grazie per avermi inserita tra i preferiti e per i suggerimenti, me ne ricorderò. Ma come si fa a unirsi agli altri blog? Sai, io scrivo, ma in informatica sono un po' imbranata.

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  3. Gentile Paola
    ti ringrazio moltissimo per il commento. Non puoi immaginare quanto faccia piacere che le proprie idee vengano condivise in questo modo.
    Ero un pò riluttante a trattare questo argomento perché se ne è parlato davvero troppo. Ho tentato il più possibile di lasciare in pace la famiglia Englaro.

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  4. Gentile Daniela,
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    Ti consiglio inoltre di iniziare a scambiare qualche link, è molto utile. Se vuoi ne parliamo su facebook, mi trovi lì.

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  5. gran bel post.
    ad ogni modo ci terrei a dire qualcosa anch'io in supporto al tuo commento.
    partendo dal presupposto che sono atea, non ho nulla contro La/le Religione/i semplicemente non credo e devo dire che la chiesa d'ora e del passato non mi invogliano per niente a riconciliarmi con il "mio" di Dio. solitamente appena sentivo nominare il caso Englaro una feroce rabbia mi stimolava a commentare: penso che tutta questo polverone sia stato solamente una scelta strategica da parte di politici ,desiderosi di mostrare il loro lato umanistico e saldamente improntato nel cristianesiomo. perchè infatti neanche la chiesa ha rinunciato di ficcarci ben bene il naso.per poter fare a tutti noi un ottimo ripassino di catechismo. credo che tutto ciò possa solo che far grande disgusto; la chiesa, i politici e molta, ma molta altra gente non avrebbe dovuto mettersi in mezzo a fatti totalmenti privati. non credo che se un tale caso fosse accaduto in uno stato come la francia, ugualmente cattolico, si sarebbe verificato tutto questo trambusto. il deficit dell'italia è avere il vaticano a roma.
    siamo un paese davvero molto indietro mentalmente per colpa della santa sede..ma lasciarla ad avignone? no, eh?
    diamine! credevo che il libero arbitrio fosse ancora una cosa su cui contare.
    M.Q ('92)

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  6. persino Andreotti Giulio, personaggio che non stimo affatto, ha dichiarato che in certi momenti la politica dovrebbe restare sulla soglia di casa.
    Diciamolo chiaramente: di Eluana Englaro non è importato niente a nessuno, tranne al padre. Lui doveva decidere e basta.
    Anche a me, del fatto particolare è importato poco, perchè messa da parte ogni ipocrisia Eluana Englaro resta per me un'estranea, privilegiata rispetto agli altri estranei per la sua sofferenza, ma come milioni di altri esseri umani.
    Sono i principi ad essere in pericolo...

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