sabato 14 marzo 2009

La datazione dell'"Amleto" di William Shakespeare.

Per fare un passo avanti rispetto al discorso intrapreso nell’ultimo articolo  è necessario affrontare il problema della datazione dell’Amleto di Shakespeare, anziché parlare delle fonti (cosa che farò domani). Mi sono infatti reso conto che è più utile seguire questo ordine.

Come facciamo a sapere in che periodo è stato scritto l’Amleto? Perché gli studiosi riescono ad affermare una data precisa? Scoprirete cose molto interessanti.

 

Datazione dell’Amleto di Shakespeare.

 Gli studiosi ci dicono che l’Amleto di William Shakespeare risale al periodo maturo dell’attività del drammaturgo, e precisamente tra il 1600 e il 1601. Come hanno fatto a stabilirlo?

Per prima cosa abbiamo delle date certe che sono quelle di pubblicazione (di cui abbiamo parlato nel precedente articolo), cioè le date sui frontespizi delle prime edizioni. Abbiamo visto che il primo in-quarto (Q1) risale al 1603. Questa è solo la data di pubblicazione però, è evidente che l’opera è stata scritta prima.

 Se si va a scorrere il cosiddetto Stationers’ Register, un albo in cui gli editori dovevano registrare le opere che intendevano pubblicare, alla data 26 luglio 1602 si trova inserito “a booke called the Revenge of Hamlett Prince Denmarke as yt was latelie Acted by the Lord Chamberleyne his servantes” (le sgrammaticature sono originali). Ma c’è un’altra e determinante testimonianza: in un appunto di Gabriel Harvey, docente a Cambridge, risalente al febbraio del 1601 si legge: “I più giovani traggono grande diletto dal Venere e Adone di Shakespeare; ma la sua Lucrezia e la sua tragedia di Hamlet, prince of Denmark posseggono qualità atte a soddisfare persone di maggior discernimento”. 

Adesso sappiamo che l’Amleto non può essere stato composto dopo tale data, abbiamo stabilito il cosiddetto termine ad quem. Ma non basta, bisogna anche scoprire il termine prima del quale la tragedia ancora non esisteva, il cosiddetto a quo.

 Gli studiosi hanno quindi notato che nell’elogio all’opera di Shakespeare contenuta del Palladis Tamia di Francis Meres (che ho pubblicato in un altro articolo), è assente nell’elenco delle opere più famose proprio l’Amleto. Visto che la tragedia ebbe un immediato successo è quasi certo che non era ancora stata rappresentata, altrimenti il Meres l’avrebbe menzionata.         

Ora abbiamo due termini: il 1598 e il 1601. Considerando che non si conoscono menzioni dell’opera né nel 1599, né nel 1600 è probabile che la data di composizione si avvicini di più al 1601, o quantomeno a cavallo tra i due secoli.

 

Ma non è ancora finita, perche la questione si complica proprio adesso.

L’11 giugno 1594 è registrata una rappresentazione di un altro Hamlet, da parte proprio dei Lord Chamberlain di Shakespeare e ancora più indietro il celebre letterato Tomas Nashe allude ai discorsi tragici di Amleto già a partire dal 1589. Si è ipotizzata quindi l’esistenza di un altro Amleto, ad opera forse di Thomas Kyd, autore tra l’altro della Spanish Tragedy, il prototipo della tragedia di vendetta elisabettiana che ha molte affinità con l’Amleto. Quest’opera, chiamata Ur-Hamlet, era nel repertorio della compagnia di Shakespeare ed è stata in seguito ripresa dallo stesso Shakespeare per farne il capolavoro che oggi conosciamo.

Un ulteriore e curioso elemento è il fatto che nel 1585 nasce l’unico figlio maschio di Shakespeare e che nome gli viene dato? Hamnet. Non vi è una certa somiglianza? Shakespeare aveva appena vent’anni. Quindi la vicenda di Amleto è stata familiare al drammaturgo già dalla sua giovinezza, anche perché nell’Ur-Hamlet probabilmente recitava nella parte dello spettro. Un’idea quindi dalla lunga elaborazione che si è manifestata sotto varie forme prima di diventare l’ Amleto che leggiomo oggi.

La storia di come la vicenda di Amleto sia giunta in Inghilterra, passando per la Francia è ancora più interessante e verrà trattata nel prossimo articolo. 


Puoi leggere anche:


Le fonti dell' "Amleto" di William Shakespeare.

Le origini di "Amleto" di William Shakespeare.

Voyager: Shakespeare era italiano! Le fonti della vita di William Shakespeare.

Fonti della vita di Shakespeare. Seconda parte.

Il vero volto di Shakespeare. Una incredibile scoperta.

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