mercoledì 29 aprile 2009

Blob, il fluido mortale e i vent’anni del Blob della Rai.

Blob, il noto programma di Rai Tre ha ormai vent’anni. Alcune considerazioni sulla sua tecnica e informazioni sul film di serie B da cui prende ispirazione nel titolo e nelle scene famose della fuga dal cinema. Si tratta di un film grezzo e pieno di errori, ma di grande fascino, Blob, il fluido mortale, 1958. Ho visto questo film l’altro ieri sera e fatte un po’ di ricerche ho scoperto cose molto interessanti e anche divertenti.


Rai Tre: Blob di Enrico Ghezzi e Marco Giusti.

Sono vent’anni ormai che più o meno alle otto di sera scorrono sullo schermo del televisore sintonizzato su Rai Tre, degli spezzoni di tv montati tra loro secondo logiche che apparentemente non hanno senso. In alto a sinistra inconfondibili titoli in cui il colore prevalente è il rosso. Poi c’è una colonna sonora che subito riconosciamo e che richiama atmosfere da film dell’orrore. Spesso siamo abituati ad una strana sostanza gelatinosa rossa che esce fuori da una grata e ad una folla terrorizzata che scappa da un cinema. Il titolo della trasmissione (quasi mi vergogno a ricordarlo) è Blob, di Enrico Ghezzi e Marco Giusti.

Di Blob ricordo una immagine molto nitida di quando ero bambino: un omone grande e grasso vestito da macellaio che affonda la sua mannaia nel ceppo. Quando si è bambini non si capisce nulla di Blob (e nemmeno molti adulti). Adesso ritengo che sia uno dei migliori programmi di tutta la televisione. Però siccome considero che la televisione sia poco più di un cesso in cui la gente vomita la propria noia, oltre Blob e una manciata di minuti di altre trasmissioni è difficile scansare i cattivi odori senza dover abbassare la tavoletta. 

Blob è una magnifica prova di forza del montaggio. La tecnica che viene usata di più è l’accostamento di sequenze che se prese singolarmente hanno un senso, se vengono affiancate ne assumono un altro che non ha nulla a che vedere con le immagini mostrate. Faccio un esempio: prendo l’immagine di un politico, poi quella di un porcile. Prese singolarmente restano l’una l’immagine di un politico, l’altra quella di un porcile. Ma se le monto insieme il messaggio diventa come per magia “Guardate come sono porci i politici”. Il fatto poi che la gente non percepisca il messaggio opposto (“guardate come sono puliti i maiali”) lascia da pensare…


Il film: Blob, il fluido mortale.

Ora passiamo al film. Blob, il fluido mortale è un film del 1958 diretto da  Irvin S. Yeaworth Jr., con Steve McQueen. Si tratta del primo film importante del grande attore statunitense. La trama è molto semplice: da una meteorite caduta sulla terra fuoriesce una strana massa gelatinosa che prima attacca un uomo e poi si ingrandisce progressivamente fino a minacciare un’intera cittadina. Alcuni giovani si accorgono del pericolo, danno l’allarme ma non vengono creduti fino a che la massa invade un cinema ed esce allo scoperto.

Blob, il fluido mortale è un tipico filmaccio di serie B. Uso il termine “filmaccio” nel modo più tenero possibile e non in senso dispregiativo. Si vede fin dalle prime inquadrature che il budget deve essere stato molto basso: girato per intero in un teatro di posa, è immerso in una lunghissima notte in cui i personaggi vengono illuminati non si sa bene da cosa e oltre i quattro metri d’altezza non si vede più nulla, l’oscurità serve probabilmente a non far vedere le pareti interne dei capannoni in cui il film è girato. Gli effetti speciali sono davvero approssimativi e denunciano apertamente la loro finzione. Quando la massa gelatinosa attacca il cinema e il fastfood si vede chiaramente che si tratta di modellini.

Ci sono inoltre una serie interminabile di errori molto grezzi: durante una corsa in macchina a marcia indietro, il fumo invece di uscire dal tubo di scappamento entra, facendo intuire che la scena è stata girata in senso normale e poi mandata indietro per dare l’illusione che le auto andassero a marcia indietro.

In un dialogo tra Steve McQueen e la sua fidanzata si vede del fumo di una sigaretta uscire da dietro la schiena dell’attore: il capriccio di una star che voleva fumare mentre recitava?

Durante la famosa fuga dal cinema si vede chiaramente che alcune persone, prese dal terrore, ridacchiano e si nota anche la presenza di un tecnico davanti al botteghino che cerca invano di nascondersi.

C’è da dire pero che queste ruvide disattenzioni e approssimazioni nelle riprese sono tipiche dei film di serie B e anzi, ne accrescono il fascino e il loro appeal tipico del cinema cult.

Un elemento degno di nota è che l’alieno che minaccia la vita sulla terra non ha le sembianze antropomorfe che di solito vengono loro attribuite, ma ha una forma mutabile e indefinita di cui non si sa nulla. In effetti se ci si pensa, per quale motivo gli alieni dovrebbero avere due braccia, due gambe, due occhi, un naso? Al limite gli viene tolta la bocca perché comunicano direttamente con il cervello. Sicuramente la scelta dell’ignoto è migliore e dovrebbe essere presa come esempio.

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6 commenti:

  1. Mi ricordo quando vidi il film Blob, molti anni fa: mi piacque molto.E seguo sempre con piacere blog in tv, uno dei pochi programmi piacevoli da vedere in tv.

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  2. Sottoscrivo.
    Decisamente più divertente, dissacrante e ironico di molti programmi che vorrebbero esserlo...
    ciao

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  3. ...e vent'anni non sono pochi per la tv...

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  4. Accompagnamento di tante serate... Ricordo, fra le tantissime cose, l'apertura con i gas intestinali degli spezzoni di Cinico TV.

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  5. Film mitico! Reso ancora più mitico in Italia da Gezzi & co. Un saluto!

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