lunedì 30 marzo 2009

Il teatro della compagnia dei Meininger del duca Giorgio II di Meiningen. Una prima rivoluzione.

Quella della compagnia dei Meininger è sicuramente una delle principali esperienze che interessano il nostro discorso sulla regia teatrale.  Non si può assolutamente prescindere dal prendere in considerazione il lavoro di questa compagnia, sia per le evidenti e a tratti violente innovazioni ma anche per l’enorme influenza che tali innovazioni esercitarono sulle esperienze teatrali di grandi personalità del teatro di regia. All’epoca tutti subirono il fascino delle rappresentazioni dei Meininger che rispondevano alle esigenze di rinnovamento di cui ho parlato nello scorso articolo. Si può affermare che il teatro dei Meininger pone uno dei punti di partenza del teatro di regia. Furono precursori della regia teatrale.

 

Giorgio II, duca di Meiningen (1826-1914).

La figura di Giorgio II è davvero importante per la storia del teatro. Fin dagli anni giovanili manifestò una viva attenzione nei confronti dell’arte e del teatro. Studiò pittura, arte antica, archeologia e frequentò con assiduità i teatri europei nei suoi numerosi viaggi. Fu però un osservatore particolare: critica l’approssimazione dei costumi, delle scenografie, la scarsa attenzione per la ricostruzione storica e soprattutto i rimaneggiamenti dei testi.

 

La compagnia dei Meininger.

Dopo l’abdicazione del padre nel 1866 assume il controllo del piccolo teatro e subito inizia a mettere a frutto le proprie esperienze artistiche per una forte riforma del teatro. Nel 1970 fonda la storica compagnia dei Meininger sotto il principio generale che tutte le varie parti di uno spettacolo (scenografia, recitazione, costumi, luci, musica…) devono rispondere ad un principio unitario di coerenza scenica.

Il punto di partenza è il totale rispetto del testo letterario che deve essere recitato nella sua integrità e seguendo i principi del naturalismo. Il primo periodo di riforma del teatro fu infatti all’insegna del realismo scenico, della riproduzione puntuale della vita sulla scena e del rispetto del principio fondamentale della quarta parete. Gli attori recitano senza curarsi dello spettatore, anche di spalle e coprendosi l’un l’altro. Ad una scenografia fatta di quinte dipinte si sostituisce un ambiente tridimensionale e praticabile, con oggetti e mobili veri. La scenografia non è più un semplice sfondo ma un luogo fatto di oggetti reali con cui l’attore interagisce.

La ricostruzione storica è maniacale. Sia nei costumi che negli oggetti i Meininger vanno alla ricerca della riproduzione precisa dell’epoca in cui la rappresentazione è ambientata. Per il Giulio Cesare tutta la compagnia si spostò a Roma per studiare i luoghi reali in cui si era svolta la storia. L’ambientazione veniva ricostruita a partire da quadri, disegni dell’epoca con la maggiore precisione possibile. Ogni spettacolo era insieme una ricostruzione filologica del testo e una ricostruzione storicamente perfetta di un’epoca. Il tutto era finalizzato ad una precisa volontà illusionistica: il pubblico doveva illudersi di assistere ad un pezzo di realtà, non ad una finzione. Questi gli aspetti fondamentali a cui va aggiunta una particolare attenzione e maestria della direzione delle masse.

Le prove duravano a lungo ed erano regolate da una ferrea disciplina sotto il comando del regista della compagnia, Ludwig Chronegk che per la sua forte autorità fu definito un regista-despota.

La compagnia si sciolse nel 1890 e nel corso della sua attività intraprese numerose tourné in giro per l’Europa arrivando fino a Mosca. Tanti artisti furono affascinati dai loro spettacoli e le caratteristiche del loro lavoro confluirono nelle idee di teatro di artisti molto importanti come Antoine e Stanislavskij.

Leggi anche:

Il teatro del grande attore: vizi e virtù del teatro dell’Ottocento.

La regia teatrale 

Condividi questo articolo su facebook Condividi su Facebook

Articoli correlati per categorie




Se ti è piaciuto l'articolo,iscriviti al feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog! Per maggiori informazioni sui feed, clicca qui!

16 commenti:

  1. grazie...molto utile...Marta

    RispondiElimina
  2. Risposte
    1. Matteo visto che sei stato così chiaro potresti scrivermi la differenza tra spazio della drammaturgia e drammaturgia dello spazio e vorrei sapere anche che cosa significa riteatralizzazione?
      grazie

      Elimina
    2. lo spazio della drammaturgia è semplicemente lo spazio scenico in cui si svolge un testo teatrale. La drammaturgia dello spazio è invece quando è lo spazio stesso a diventare il "testo" dell'evento spettacolare, in questo caso non più letterario. La riteatralizzazione è stato il bisogno, da parte di grandi uomini di teatro, di trovare una nuova vita per il teatro, svincolandolo dalla tirannia del testo letterario al fine di trovare nuove forme più pure e prettamente "teatrali"

      Elimina
    3. grazie la tua spiegazione è stata utile e chiara

      Elimina
    4. Matteo potresti inserire anche qualche notizia sull'antropologia teatrale e come viene trattata da Eugenio Barba nella Canoa di Carta?grazie

      Elimina
    5. Matteo potresti spiegarmi la prospettiva e la differenza tra Serlio,Barbaro e Danti per quanto riguarda la prospettiva
      grazie

      Elimina
  3. Matteo parlerai anche di Fuchs, Appia e Craig e la cosiddetta " riteatralizzazione"? Sono un pò in difficoltà, dal mio testo non riesco ad entrare nel discorso. E' illustrato male ed è troppo contorto.
    Grazie Marta

    RispondiElimina
  4. Certo che parlerò di loro. Prima finirò il discorso su Stanislavskij, poi non so ancora se andare direttamente proprio a Fuchs, Appia e Craig oppure se parlare prima del simbolismo. Cronologicamente è più giusta la seconda scelta.

    Quale è il testo che stai studiando? Te ne potrei consigliare altri.

    RispondiElimina
  5. ottimo post l'ho trovato interessante discorso fluido ben scritto complimenti è stato molto utile ai miei approfondimenti!

    RispondiElimina
  6. matteo, abbiamo lo stesso nome, grazie per i complimenti, mi fa molto piacere che ti sia stato utile.

    RispondiElimina
  7. bello ed utile...sto studiando l'argomento per la specialistica del dams di roma e devo dire che in poche righe c'è proprio tutto..matteo, ti prego pubblica altro...ho l'esame il 20 luglio proprio sulla regia teatrale!!!!!!!;-)
    grazie

    RispondiElimina
  8. dai non essere triste, si tratta di un bell'esame...mi fa piacere che ti sia servito il mio lavoro, spero valga la la stessa cosa anche per gli altri articolo sulla regia teatrale...sto seguendo una linea abbastanza precisa su questo argomento...ora mi sto occupando del simbolismo e il prossimo articolo sarà sulle prime esperienze di Mejerchol'd, poi Appia, Fuchs e Craig...se ci sono esigenze particolari basta chiedere, sia per email o anche tramite facebook...

    a chi ha bisogno di aggiornamenti su questi argomenti consiglio di iscriversi al feed (link in alto a sinistra) così saranno gli aggiornamenti ad arrivare da voi e non il contrario

    RispondiElimina
  9. Chiaro e interesante! Mi ha piacuto molto!

    RispondiElimina
  10. Nel paragrafo "La compagnia dei Meininger" credo ci sia una data errata...c'è scritto che la compagnia fu fondata nel 1970, probabilmente è un errore di battitura, visto che cronologicamente stiamo parlando della seconda metà dell'800. :)

    RispondiElimina

è accettato ogni tipo di commento, soprattutto se in disaccordo con il contenuto del post. I commenti che contengono offese personali (a chiunque siano dirette) verranno cancellati.