giovedì 2 aprile 2009

Dove vanno i soldi pubblici per lo spettacolo. Ha ragione Alessandro Baricco?

Stimolato dal commento di Riverinflood (ideateatro) ad un mio precedente articolo sulla regia teatrale, ho deciso di affrontare un argomento molto attuale e che  lo considero come una spina nel piede: si tratta della ripartizione del Fondo Unico dello Spettacolo (FUS), cioè dei soldi pubblici che lo stato stanzia per finanziare lo spettacolo. Secondo me si tratta di un esempio di anti democraticità, fatto che mi spinge ad essere d' accordo con le ultime e clamorose dichiarazioni di Alessandro Baricco. Analizzeremo la ripartizione del FUS e troveremo una bella ingiustizia.

Alessandro Baricco (scrittore che non amo nonostante la sua cultura e intelligenza) sul quotidiano "La Repubblica" del 24 Febbraio ha scritto una sorta di pamphlet in cui affermava in sostanza che in un momento di crisi e stagnazione culturale come il nostro, i soldi che lo Stato da allo spettacolo farebbe bene a darli invece a scuola e televisione. Cito le sue parole per essere più chiaro: 

"Che senso ha  salvare l'Opera e produrre studenti che ne sanno più di chimica che di Verdi? Che vuol dire pagare stagioni di concerti per un Paese in cui non si studia la storia della musica neppure quando si studia il romanticismo? Perché fare i fighetti programmando teatro sublime quando già trasmettere Benigni in televisione è un atto di eroismo? Con che faccia sovvenzionare festival di storia, medicina, filosofia, quando il sapere in televisione esisterà solo fino a quando gli Angela faranno figli?". 

Il concetto mi pare chiaro.

Io vorrei integrare il discorso di Baricco con una considerazione che mi fa arrabbiare da molto tempo. Vediamo come viene ripartito il FUS per il 2009. 

In totale lo stanziamento è pari a 398 milioni di euro (nel 2008 erano 456 milioni, un bel taglio!). Di questi 398 milioni di euro 61 milioni vanno al teatro di prosa, quasi 70 milioni al cinema, quasi 52 milioni alla musica, 8 milioni e mezzo alla danza, 5.769.576.549,31 alle attività circensi e spettacolari. Abbiamo coperto più o meno la metà dell'intero fondo. E l'altra metà?199.566.815,95 vanno alle Fondazioni Liriche! Quasi 200 milioni di euro! Il 47,5 per cento del FUS!
Perché questi punti esclamativi? Dopotutto il teatro d'opera è uno dei vanti dell'Italia, con una delle tradizioni più importanti a livello europeo. 

Che c'è di male? C'è di male che il teatro d'opera spreca una quantità enorme di risorse per strapagare dei cantanti che sono delle vere e proprie star (che si permettono anche di abbandonare il palcoscenico per i loro capricci), per produrre degli impianti scenografici incredibili tipo paese delle meraviglie (che spesso fanno quasi ridere per pacchianeria) e per confezionare un tipo di spettacolo che punta tutto sulla meraviglia e lo sbalordimento. 

Ma piace però, che c'è di male? Mica sei costretto a vederlo! Il grave problema secondo me è questo: quanti possono permettersi di andare a vedere uno spettacolo operistico? Quanto costano i biglietti? Perché la gente deve pagare con i soldi delle tasse per spettacoli a cui accedono solo i benestanti, tra cui tra l'altro ci sono la maggior parte degli evasori fiscali?
E' democratico?

Per questo sono d'accordo con Alessandro Baricco. 

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1 commento:

  1. Non ero informato su questa ripartizione e devo dire che il tuo discorso non fa una piega. E' noto il pensiero che quelle star strapagate e tutto l'armamentario intorno dovrebbero essere il nostro vanto, la punta di diamante. Già questo concetto è errato... Giusta anche la considerazione sui costi e il contrasto che ne deriva: io, cittadino medio, sono indotto a pagare per quello che è considerato un caposaldo culturale che però... devo solo sovvenzionare e non vedere!

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